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Un italiano su quattro ha scelto di accudire un animale domestico durante la pandemia, ma la riduzione dello smart working mette in crisi i proprietari

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Secondo un'indagine di Readly, il leader europeo negli abbonamenti a riviste e quotidiani digitali, la gran parte degli italiani è felice della propria scelta, ma l’abbandono graduale dello smart working sembra per molti non essere più compatibile con la cura degli animali domestici: oggi, il 16% dei proprietari è pentito della scelta; il 9% non riesce più ad occuparsi dell’animale e il 12% lo affida a un pet-sitter.

Negli ultimi due anni e mezzo il bisogno di compagnia ha spinto tanti italiani ad accogliere un animale domestico nella propria abitazione: secondo un’indagine svolta da YouGov e commissionata da Readly[1], l’app per l’abbonamento a riviste e quotidiani digitali, un italiano su quattro ha scelto di vivere con un animale domestico a partire dal 2020; per il 35% degli intervistati la pandemia è stata il fattore decisivo di acquisto. Il 39% ha dichiarato infatti di aver cercato la compagnia di un animale domestico per alleviare la solitudine in quel periodo; il 37% perché ha pensato che trascorrere più tempo a casa o lavorare da casa avrebbe reso più semplice la gestione dell’amico a quattro zampe. Il 29% ha deciso di dedicarsi alle cure di un animale domestico per fuggire dalle preoccupazioni quotidiane, mentre un italiano su quattro (25%) ha pensato di alleviare l’ansia del periodo di pandemia con un cucciolo in casa.

In effetti, la maggior parte dei proprietari (80%) ha dichiarato di prendersi cura del proprio animale domestico per un tempo quotidiano che va dalle 2 alle 4 ore; il 12% dedica addirittura agli amici a quattrozampe oltre 7 ore al giorno.

Cani, gatti e…

Nel dettaglio, il 43% degli italiani che ha accolto un animale domestico negli ultimi due anni ha scelto un cane; il 39% un gatto. Ma le scelte sono ricadute anche su animali meno impegnativi, come i pesci (12%), uccelli (10%), criceti e cavie o conigli (6%), rettili (4%).

Scarsa informazione, con il senno di poi

Ben il 92% dei neoproprietari, si è rammaricato per non essersi documentato a sufficienza prima di accogliere l’animale domestico. Oltre un quarto di loro avrebbe voluto saperne di più in merito all’alimentazione o alla psicologia dell’animale (22%), alla razza (14%), e, più in generale, relativamente all’impegno che accudire lo stesso animale avrebbe comportato (17%).

Il dopo-pandemia e gli animali domestici

La mancanza di una conoscenza adeguata e di una preparazione nell’accudimento degli animali domestici sembra aver portato a un diffuso rimorso nei loro confronti. L’indagine YouGov-Readly evidenzia infatti che per molti il progressivo rientro in ufficio e l’abbandono graduale dello smart working sembra non essere più compatibile con la cura del proprio animale domestico: oggi, il 16% degli italiani rimpiange la decisione di averlo accolto e in particolare il 9% afferma di non potersi più occupare dell’animale. Il 7% non è sicuro di aver fatto la scelta giusta e per il 12% la fine dello smart working ha coinciso con la necessità di affidare il proprio animale a una pet-sitter. La maggior parte dei proprietari - il 76% - è invece felice della propria scelta.

"Queste sono cifre preoccupanti che mostrano che gli animali sono troppo spesso accolti con superficialità; la gestione di un animale domestico dovrebbe invece essere ben ponderata, ben studiata e pianificata a lungo termine", osserva il Prof. Dr. Thomas Richter, veterinario specialista per la scienza comportamentale, con particolare attenzione al benessere degli animali, che sostiene i certificati obbligatori di competenza per i proprietari di animali domestici di tutte le specie animali all’interno della Federazione dei veterinari d'Europa.

I nuovi proprietari di animali domestici intervistati si sono rivolti per quanto riguarda i consigli di cura prevalentemente ai negozi di animali (47%), o hanno cercato informazioni sul web (43%). Un terzo (33%) si è basato sull’esperienza ad amici e famigliari, il 26% ha fatto affidamento sui social network. Il 12% ha cercato invece informazioni sulle riviste specializzate.


Abbiamo visto un crescente entusiasmo verso le riviste dedicate agli animali domestici durante la pandemia: sulla app Readly i lettori possono accedere a 47 testate specializzate, 11 delle quali sono italiane, trovando consigli e articoli di esperti di supporto per la cura degli amici a quattrozampe”, spiega Marie Sophie Von Bibra, Chief Marketing Officer di Readly.

[1] Il sondaggio è stato condotto dall'istituto di analisi YouGov ed è rappresentativo della popolazione italiana di età pari o superiore a 18 anni. Un totale di 1145 italiani maggiorenni è stato intervistato utilizzando la metodologia CAWI nel periodo dal 14 al 16 aprile 2022.

Daniela Sarti
Ufficio Stampa Readly in Italia
+39 335 459432
daniela.sarti@readly.com

Readly è il principale fornitore europeo di abbonamenti a quotidiani e riviste digitali. L'azienda offre un servizio di abbonamento digitale che consente ai clienti di avere accesso illimitato a 7.500 riviste e quotidiani, compreso il catalogo di ePresse. Readly ha abbonati in oltre 50 paesi e contenuti disponibili in 17 lingue diverse. In collaborazione con 1200 editori in tutto il mondo, Readly sta digitalizzando l'industria delle riviste e dei quotidiani. Nel 2021 i ricavi sono stati pari a 466 milioni di corone svedesi. Da settembre 2020 il titolo Readly è quotato al Nasdaq Stockholm Midcap. Per ulteriori informazioni, visitare https//corporate.readly.com e www.readly.it.

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Abbiamo visto un crescente entusiasmo verso le riviste dedicate agli animali domestici durante la pandemia: sulla app Readly i lettori possono accedere a 47 testate specializzate, 11 delle quali sono italiane, trovando consigli e articoli di esperti di supporto per la cura degli amici a quattrozampe
Marie Sophie Von Bibra, Chief Marketing Officer di Readly